L'inquinamento da plastica dei mari
Una recente petizione di Green Peace ha segnalato il preoccupante livello ormai raggiunto dall'inquinamento da plastica in mare: in pratica, circa il contenuto in volume di un camion al minuto finisce nelle acque. Si tratta di un fenomeno ormai arrivato a conseguenze gravissime, che rende ancora più urgente l'attivazione di politiche di sostenibilità ambientale da parte delle grandi aziende, ma anche delle realtà artigiane e produttive più piccole.
Come salvare il mare dalla plastica?
Con un tale livello di inquinamento da plastica, acuito dalla sempre più ampia diffusione dei prodotti e degli imballaggi in plastica, le ordinarie attività di recupero, smaltimento e riciclo dei rifiuti non sembrano più apportare benefici rilevanti. Il fatto è che la stragrande maggioranza dei prodotti in plastica è usa e getta, per cui anche i principali impianti di smaltimento non arrivano a trattare questo tipo di rifiuti, che, attraverso il ciclo delle acque (o per la stessa spregiudicatezza di alcune grandi multinazionali), arrivano direttamente in mare.
Le soluzioni a questo tipo di problematica sono diverse: oltre all'attività di agenzie, stati e singole associazioni di volontariato attive quotidianamente nella lotta all'inquinamento dei mari, è opportuno che le aziende adottino una serie di strategie commerciali e produttive capaci di eliminare l'abuso dei prodotti in plastica o, quanto meno, di ridurre il rischio che quest'ultima finisca nelle acque.
Marevivo: un esempio di sostenibilità ambientale
Conscio dell'importanza del rispetto del mare e della salvaguardia delle specie ittiche che lo popolano, Marevivo ha da tempo assunto come obiettivo primario quello di conservare e tutelare l'habitat marino, conformando le proprie attività di pesca e di acquacoltura agli standard definiti dalle più importanti organizzazioni attive nel campo della sostenibilità del mare.
È in quest'ottica che Marevivo ha ispirato la propria filosofia produttiva privilegiando la filiera ittica corta, in quel della Baia di Castro, in modo da garantire tanto la freschezza dei prodotti, quanto il rispetto dei cicli biologici richiesti dalla fauna per riprodursi e prosperare.