Le parti commestibili di questi animali sono le gonadi, in cui sono racchiuse le uova, che vanno in genere dal colore giallo ocra sino al vermiglio, disposte a forma di stella e prodotte in quantità variabili in base alla stagione.
Caratteristiche e habitat
La qualità di riccio di mare più diffusa e conosciuta nel Mediterraneo è il Paracentrotus Lividus, di una tonalità che sfuma dal violetto sino al bruno, chiamato anche riccio "femmina" per via dell'erronea convinzione che si tratti del genere femminile del riccio nero (arbacia lixula) appartenente però ad un'altra famiglia di echinodermi, gli Arbacidae, privi di uova.
I ricci vivono sino a 30 metri di profondità e in genere popolano i fondali rocciosi o le praterie costituite da posidonie, piante di cui si nutrono e che utilizzano spesso come riparo dai predatori. Il riccio è un animale particolarmente prolifico ed essendo principalmente sedentario catturarlo è davvero molto semplice. Per evitare un prelievo sconsiderato di esemplari da parte dell'uomo esiste però una regolamentazione di pesca molto rigida.
Proprietà nutritive e beneficidei ricci di mare
Il periodo migliore per gustare i ricci è quello invernale, o come dice la tradizione popolare nei mesi con la "r", ossia fra febbraio e aprile.
Le sacche ovipare del riccio possono essere consumate crude, oppure passate in padella. Il suo consumo da crudo però espone a rischi igienici non indifferenti, come l'insorgere di epatite di tipo A ed E, il colera e la salmonella.
Le uova dei ricci di mare hanno un apporto calorico ridotto, che si attesta intorno alle 110 calorie ogni 100 grammi di prodotto, con un ottimo quantitativo di acidi grassi essenziali, di proteine ad alto valore biologico, oltre a una considerevole quantità di ferro e fosforo, il primo utile per combattere l'anemia, il secondo essenziale per la salute del sistema nervoso.
Si tratta altresì di uno degli alimenti col maggior contenuto di iodio e la sua assunzione regolare previene il rischio di ipotiroidismo. Un aminoacido contenuto nelle uova, l'ovotiolo, secondo una recente ricerca condotta dall' "Istituto di Scienze dell’Alimentazione" del Cnr di Avellino, sarebbe un potente antiossidante capace di inibire le cellule tumorali.