Questo crostaceo ama viaggiare, tanto che alcuni esemplari di Gallipoli sono stati ritrovati a molte miglia di distanza, segno del suo continuo peregrinare.
La dimensione del gambero viola si aggira intorno ai 10-15 centimetri ma le femmine possono superare i 20 centimetri di lunghezza. Si distingue dal gambero rosso per la sua colorazione violetta-bluastra, oltre che dalle dimensioni.
Ma cosa tinge di viola questo gambero? Si chiama astaxantina, un pigmento violetto che ne sottolinea la bontà. Ovviamente il colore è sempre e comunque rosso ma viola sono le sue sfumature, impossibili da non notare a occhio nudo.
Il modo migliore per mangiarlo è in crudité, il suo addome carnoso rilascia un sapore delicato e gustoso, accentuato dalla possibilità di succhiare la testa del gambero laddove la consistenza violacea è più intensa.
Il gambero viola di Gallipoli viene pescato in grandi quantità con reti a strascico ma la sua pesca è controllata per evitare una depradazione aggressiva, ciò permette alla specie di riprodursi tranquillamente e popolare abbondantemente i fondali del mare.
Nel 2010 è stato approvato il decreto Mediterraneo che obbliga ii pescatori a usare reti dalle maglie molto larghe così da preservare la specie.
Oltre alla crudité, esattamente come la variante rossa, il gambero viola è ottimo servito come antipasto, primo o secondo piatto.
Il consiglio è di abbatterlo prima di consumarlo, di servirlo con abbondante ghiaccio per una crudité o di scottarlo in padella con pomodorini e aglio per preservarne al massimo la sua carne bianca e soda.
Nonostante sia un crostaceo pregiato, è possibile trovarlo tranquillamente in pescheria e per riconoscerlo basta contare i denti del rostro. Il gambero normale ne ha solitamente 5 o 6 mentre il gambero viola ne presenta 3 sulla parte superiore.